Ho sempre creduto nelle buone azioni senza un fine. Adotto come regola generale la seguente: se fare un favore non ti causa problemi, perche` non farlo?
Nonostante sia facilissimo cadere nella pigrizia e nell’egoismo, cerco di darmi un bilancio interiore con le piccole buone azioni e dimostrazioni d’affetto.
Ho scoperto che spesso, per qualche motivo a me ancora ingnoto, “what goes around, comes around” e chi la fa l’aspetti, anche chi la fa buona!
Collego questo concetto ad una versione personalizzata del Karma; quello che ti ripaga per le tue azioni in una sola vita e non tramite varie reincarnazioni.
Ieri dopo scuola mi sono incamminata verso il cinema.
Avevo ordinato i biglietti su internet con parecchi giorni d’anticipo, usando la mia nuova credit card come ogni buon americano per vedere il nuovo Batman.
Il cielo insolitamente nuvoloso inizio` a scaricare ondate di pioggia quasi monsonica: improvvisa, grassa e forte.
Decisi di non accelerare nemmeno il passo, dopotutto questa doccia naturale mi ricordava l’amata India e volevo godermi questo momento di “vestiti bagnati javu”.
Questo fu il primo momento di gioia dopo una faticosa giornata di studio; gioia che mi scese appena entrai nel cinema che, come in ogni altro edificio in America, aveva l’aria condizionata accesa al massimo.
Non so ancora se sia piu` educato strizzare direttamente le proprie vesti o lasciare che gocciolino pian piano, ma indecisa e stordita dal gelo non ho agito, scegliendo di conseguenza la seconda.
Una guardia del museco (il cinema era quello imax del museo storico di Austin), mi venne incontro porgendomi un asciugamano.
Apprezzai moltissimo il gesto; primo perche` non so da dove abbia tirato fuori un asciugamano, secondo perche` gli si leggeva in viso l’apprezzamento verso la mia maglietta bagnata! Dunque e` relativamente nobile da parte sua avermi dato l’opportunita` di coprirmi.
Ispirata dalla sua gentilezza mi offro di uscire per procurare qualcosa da mangiare alle mie due compagne di Batman, d’altra parte sono gia` bagnata tanto vale che vada io.
Dopo aver camminato a vuoto per una decina di minuti mi rendo conto che per grandissima ironia della sorte sono capitata nell’unico quartiere di questo continente dove non si trovi un fast food ogni 2 metri.
Successivamente mi ricordo che sono stanca, bagnata, soffro di stress pre mestruale e soprattutto non so dove cazzo sono. Mi chiedo chi me l’abbia fatto fare di uscire, rischiando di perdermi l’inizio del tanto atteso Batman!
Fortunatamente l’esito fu buono e il film fantastico.
Io e la nuova roommate April, insoddisfatte da qualche pezzo di pollo fritto, usciamo a ‘cena’ verso le 10 di sera.
Il Magnolia cafe` e` il mio nuovo locale preferito; aperto 24 ore su 24 ma soprattutto serve la colazione 24 ore su 24!
Prima di entrare incontriamo le ragazze RedBull che, a mio parere, sono meglio della fatina dei denti. Girano nella RedBull Mini con uno zainetto a forma di RedBull e la magliettina stretta con su il logo RedBull.
In India ho sviluppato una vera e propria dipendenza dalla RedBull, ora piu` forte che mai grazie alle convenienti confezioni da 12 che vendono nel supermercato vicino a casa.
Interpreto la RedBull gratis da parte loro come un buon presagio e decido che la mia nuova aspirazione nella vita e` diventare una ragazza RedBull.
Al nostro tavolo arriva Keith: carinissimo cameriere al quale piace poggiarsi sul tavolo mentre prende le ordinazioni.
Entrambe io ed April decidiamo di esserne innamorate dopo circa 2 minuti e la colazione alle 10 di sera si trasforma in una risatina e occhiatina dopo l’altra.
Mentre ci incamminiamo verso l’uscita sussurro ad April che se Keith mi ama, mi fermera` prima che arrivi alla porta. Non mi ferma.
Appena siamo fuori inizio a cantare “Goodbye my lover! Goodbye my friend…” ma vengo interrotta da una voce che sembra tuonare dal cielo e che mi spaventa, causando un urlo stridulo e un balzo in aria “buona serata pretty girls”. E` Keith che ci saluta tramite il microfono, stile Giovanella; e` ufficiale: mi ama!
Da qui le cose migliorano soltanto, quando arrivo a casa trovo uno scatolone enorme che aggredisco immediatamente. E` Bob, di cui ormai tutti qui a Spankyville avevano sentito parlare. Non esito un attimo a staccare il quadro dal muro per sostituirlo col caro Bob al quale regalo anche un paio di occhiali fashion, qui ad Austin servono.
Oggi durante la pausa pranzo invece delle ragazze della RedBull sono arrivate quelle anti gravidanza. Sono seduta su una panchina con il mio frullato quando una tipa mi porge una tenera confezioncina contenente due durex, un flaconcino di lubrificante e un paio di volantini sul sesso protetto. Non so come interpretare questa cosa a livello cosmico, ma adotto come regola generale la seguente: se qualcosa e` gratis e non nuoce alla salute, perche` non accettarla?
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I'll see you soon
"Hindiurdu" lezione 1
In Hindi dire ‘ti ho pensato’ non si limita a fornire un’informazione ma serve anche come richiesta o comando.
Se una persona d’importanza dichiara di aver pensato a qualcuno, e` sott’inteso che desidera avere quel qualcuno in sua presenza. Una volta al corrente di quest’informazione, alla persona pensata conviene presentarsi.
Dunque dire ‘ti ho pensato’ in verita` significa ‘vieni qui’.
Zabobine: Divertitevi a Milano Marittina,
vi ho pensato.
SexMex?
Il Messicano fa parte di una minoranza di refugi-immigrati-clandestini, ma si colloca anche perfettamente nella stragrande maggioranza di uomini coglioni che si trovano, purtroppo, in tutto il mondo. La fregatura e` che questi non vengono deportati una volta che li sgamano…
Chiusos anches questos capitolos!
Un weekend che a parte deludente e` stato anche divertente, all’insegna delle discrete bevute (illegali, nel mio caso).
Un weekend che chiude brevi capitoli sentimentali ma che ne apre di nuovi si spera di piu` duraturi; la mia vita da universitaria, tanto per cominciare! E poi l’amicizia, l’intesa che non ha e non ha bisogno d’eta` che c’e` tra me e Sesy.
Oggi e` il mio primo giorno, arrivo con un po` di anticipo nell’aula 1.204.
Sorrido e inizio a spostarmi verso un banco vuoto, una voce effemminata che proviene dall’Indiano sui 30 seduto dall’altra parte dell’aula mi dice “Ehm…Guarda che qui si studia Hindi…” come per dire, hai sbagliato posto.
Esplodo interiormente. Perche` mai questo non si immagina lontanamente che io sappia benissimo che ‘qui si studia Hindi’ e che sono qui appunto per questo cazzo di coglione?!
Come giustifica una presunzione simile? Perche` sono bionda? Perche` sono donna? Non avevo nemmeno l’aria di una che e` persa!
Mi trattengo, sorrido e gli confermo che lo so.
Sono l’unica femmina a parte un’obesa sui 30 e passa. Di fianco a me Wil, ex militare con la cresta che porta un corno, un dente non so che cazzo al collo.
Di fronte Brent (credo); secchioncello dalla battuta facile e dalla risata isterica alla sua stessa battuta ancora piu` facile. Sta studiando Hindi perche` vuole far colpo su una ragazza indiana…
Il tempo vola tra un namaste e l’altro, di colpo le 10 sono le 15:30.
Esco esausta, non usavo il cervello da un po`.
Sesy mi passa a prendere e mi porta a mangiare qualcosa, a casa ci sdraiamo sul divano e chiaccheriamo per ore. La tiro scema con le solite paranoie sentimentali che le amiche lecchesi ormai sanno a memoria, lei mi ascolta e mi consiglia.
Mi passa lo stress pur sapendo che mi aspetta una nottata di studio, mi passa la rabbia da messicano del cazzo.
Dopo cena ho la testa china sui libri, non lascero` che nessuno dubiti delle mie abilita` di imparare una nuova lingua.
Alla fine del capitolo non resisto, corro in camera per prendere il telefono, adesso il messicano mi sente.
Mi distrae una scatola sulla scrivania con una scritta in pennarello viola: For you, love Cecy.
Apro: un angelo che poggia l’orecchio ad una conchiglia e tiene la mano sul cuore, e` lei che ascolta il mio dolce nulla dandogli tutta l’importanza del mondo anche se, infine, sono solo paranoie da 18enne.